

Monti, colline, vigne, campi e un castello. Questo è Loretello, ma non un castello qualsiasi, forse l'esempio meglio preservato di quell'edilizia difensiva rurale dell'alto medioevo che tanto caratterizza il paesaggio marchigiano ed in particolare l'entroterra. Un castello di origine oscure: chi lo vuole anticamente popolato dai romani, chi di più recente fondazione e che comunque attesta dell'antico legame della gente con la campagna e delle antiche tradizioni contadine.


Posto a guardia della valle del fenella, Loretello guarda da un lato le scoscese pendici del Catria e del Nerone, dall'altro il dolce panorama delle colline marchigiane sino, nelle giornate più limpide, al rnare. Colline lavorate con saggezza lentamente accumulata nel corso dei secoli e che ha modellato il paesaggio nel rispetto dell'ambiente e della storia.
Un territorio frammentato, organizzato sulla struttura fondiaria del podere mazzadrile, allietato da querce secolari e più ampie fasce boschive tra le quali si aprono i campi cangianti di colori al cambiare delle stagioni. L'inverno, la primavera, l'estate e l'autunno offrono al turista, o solamente al curioso, i colori di una terra dalle diverse sfumature, per sua natura o per i prodotti che essa offre. Le ampie macchie colorate ora dal giallo dei girasoli, ora dal viola della fioritura degli "spagnari" come vengono indicati i campi coltivati ad erba medica.
In questo ambiente, a cornice della varietà cromatica, si estendono le vigne di proprietà. Il Verdicchio dei Castelli di Jesi è il vitigno principale, accompagnato dai vitigni a bacca rossa tipici della zona, Sangiovese e Montepulciano che, in uvaggio, danno origine al Rosso Piceno.